Corti 3 sul giornale di Brescia

corti-terza-stagione-cover-small[1]In ambito cinematografico si dice che il seguito di un film non è mai all’altezza del precedente. Ci sono delle eccezioni, come tutti sappiamo. Il Padrino, per esempio, è uno di quei rari casi in cui il secondo è meglio del primo. Anche Il Padrino però crolla nell’ultimo capitolo. Il Padrino parte terza, ahimè, non è stato un gran successo. Insomma la cinematografia ci insegna che si può osare fino al numero 2, poi è saggio lasciar perdere.

A noi di XII però statistiche del genere ci fanno un baffo. Abbiamo raccolto altri animaletti pelosi e cattivi, i più pelosi e cattivi che riuscissimo a scovare in tutta Italia, e li abbiamo riuniti nella terza e ultima raccolta della serie “Corti”. Continua a leggere

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Corti Viventi: una domanda agli autori

Ci siamo. Corti terza stagione – Il ritorno dei Corti Viventi è pronto per essere divorato (a meno che non vi divori lui, anzi loro! Le piccole storie spietate che brulicano dietro ogni pagina). Ecco per voi la seconda tranche di risposte alla domanda:

Qual è stata la difficoltà più grande che hai incontrato per il/i tuo/tuoi racconto/i presente/i nell’antologia e quali sono secondo te le qualità della narrativa breve e di racconti come i Corti?

Andrea Storti (presente con “Allagamenti“)
Il problema coi mini-racconti, per me, è quello di trovare un’idea brillante che possa lasciar intravedere una storia in pochi caratteri. Deve essere come un fulmine! Una storia lampo, che ti fa solo vedere la luce per qualche secondo ma che lascia intuire altre cose, come il fatto che ci sarà un tuono, fra poco, e che probabilmente la pioggia sta cadendo.
Questo è anche il pregio dei racconti brevi. Scoprire un racconto intero leggendo semplicemente qualche riga è qualcosa di magico. Come siamo arrivati a questo punto? Prima di queste righe cos’era successo? Ma allora significa che a breve…
La vicenda, insomma, viene immaginata dai lettori, possibilmente con mille varianti differenti.

J. Romano (presente con “Lo scheletro del killer“, “Frammenti” e “Senza ossa“)
La “mini trilogia delle ossa” è nata da un’idea ferma da tempo in un documento di poche battute. Più che difficoltà, avevo dei dubbi sulla sua natura. Cosa vuol essere? Un racconto? Qualcosa di più? Di meno? È chiaro che tutto può essere sviluppato, ma una storia breve deve nascere da uno spunto adatto a essere reso (anche) con poche parole. Continua a leggere

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Corti Viventi: una domanda agli autori

In attesa dell’uscita di Corti terza stagione – Il ritorno dei Corti Viventi, di imminente uscita, abbiamo deciso di presentarvi gli autori coinvolti nel progetto con una domanda.

Raffaele Serafini, curatore del volume, ha chiesto a tutti “Qual è stata la difficoltà più grande che hai incontrato per il/i tuo/tuoi racconto/i presente/i nell’antologia e quali sono secondo te le qualità della narrativa breve e di racconti come i Corti?

Cominciamo con le prime risposte.

Vincenzo Costanza (presente con “Ritorni“)
Restare all’interno di confini prestabiliti è un problema solo apparente. In fondo, come in una dieta dimagrante, si tratta solo di eliminare il grasso superfluo.
Sulla narrativa breve faccio mie le parole dello scrittore argentino Julio Cortázar: il racconto sta nella sua misura breve come un pugile stretto alle corde, che deve necessariamente cercare il colpo del K.O.

Tanja Sartori (presente con “Burocrazia“)
La cosa più difficile quando si scrive qualcosa di così breve è di riuscire a trovare l’idea giusta che possa essere condensata in poco spazio ma che allo stesso tempo sia abbastanza incisiva da lasciare un’impressione forte nel lettore, e se un autore riesce in tutto ciò la narrativa breve avrà il pregio di essere qualcosa che colpisce e che rimane impresso nella memoria per un certo tempo. I corti sono come il peperoncino, bisogna usarne poco, ma quel poco si sente eccome!

Roberto Ciardiello (presente con “In campagna“)
La difficoltà maggiore nello scrivere (e far passare) un racconto da 900 caratteri è stata senza dubbio la sinteticità. Bisognava tirar fuori l’anima della storia, niente fronzoli. E all’inizio di problemi ce ne sono stati. Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook a Luigi Milani

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

In realtà la situazione degli eBook nel nostro Paese non è così nera. Nel corso degli ultimi due anni, con l’avvento di varie piattaforme di vendita specializzate, dalle italiane Ultima Book di Simplicissimus a Bookrepublic, senza tralasciare i grandi store preesistenti come Ibs, Bol e Libreria Universitaria, il mercato appare in forte crescita.
Certo, si tratta di una “nicchia nella nicchia”, nel senso che – complice la crisi economica che svuota le nostre tasche – è il comparto librario nel suo complesso a soffrire un robusto arretramento in termini di copie vendute. Se a questo si aggiunge la scarsa propensione alla lettura da parte dell’italiano medio, il quadro è, ahinoi, chiaro.
Detto ciò, è indubbio che l’eBook stia prendendo sempre più piede, anche in virtù della sua innegabile comodità e maggiore economicità rispetto alla controparte cartacea. Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook a Nicola Lombardi

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

Premetto che non possiedo (ancora) un e-book reader, e non appartengo (ancora) al bacino di utenza dell’editoria elettronica. Se mi è concesso, però, vorrei dire anch’io la mia.
Non che io (classe 1965) sia refrattario alla cosa, anzi: trovo che l’idea di poter accorpare migliaia di libri in un’unità comoda e portatile abbia un immenso fascino. E neppure rientro nella schiera dei feticisti che pongono su un piedistallo il libro in quanto oggetto, decantandone il profumo e le altre proprietà organolettiche; mai perdere di vista il concetto che il vero libro non è il supporto cartaceo, ma il suo contenuto: un libro può essere fragrante e frusciante quanto si vuole, ma se è stupido o inutile rimane un mazzo di fogli attaccati l’uno all’altro, niente di più. Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook a Linda Rando

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

La risposta è, semplicemente: siamo in Italia. Questo significa che se negli altri Paesi gli eBook hanno raggiunto e superato le vendite dei cartacei, noi stiamo ancora cercando di capire cos’è un eBook e sbattendo l’eReader contro la scrivania a mo’ di clava borbottando “a che serve ‘sto robo? Meglio l’iPad!”.
Non sono addentro a community estere, quindi non so se anche negli Stati Uniti o altrove c’è così tanta polemica sul “profumo della carta”, “la poesia dello sfogliare un libro” e così via – come se leggere eBook comportasse il gettare la propria biblioteca cartacea fuori dalla finestra e il firmare col sangue un contratto dove ci si impegna a non comprare maippiù un libro di carta – ma la diffusione rapida e massiccia degli eReader e degli eBook mi fa sospettare che siano andati oltre alla problematica della carta. Hanno semplicemente visto i vantaggi e si sono sbrigati ad accaparrarseli. Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook a Raffaele Serafini

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

Ah, perché… abbiamo un Paese con lettori ed editori maturi? Mmm… No, non direi. E penso sia la prima delle motivazioni che rallentano la diffusione dell’editoria digitale. Per avere lettori coscienti, innovatori e onnivori, che si tuffino senza paracadute sul nuovo mercato di ampia diversificazione a bassi (o bassissimi) costi, bisogna prima di tutto avere dei lettori, e noi – parlano le statistiche – ne abbiamo pochi e con una media di libri per anno piuttosto bassa.
Aggiungiamo a questa caratteristica di fondo la conclamata italica ritrosia all’acquisto via-web e già abbiamo una spiegazione di partenza, anche se non è l’unica.
C’è stato, credo, soprattutto da parte dei grandi gruppi editoriali, un approccio sbagliato iniziale, all’avvento degli eBook, e più in particolare degli eReader. Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook ad Angelica Tintori

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

Credo a entrambe le ragioni.
Come accade spesso nel nostro paese – dove tendiamo a fare le cose all’ultimo momento, in fretta e, magari, scopiazzando da altri – la filiera produttiva e distributiva si è fatta sorprendere dall’avvento del digitale. Forse, qualcuno si è anche spaventato, ricordando quanto accaduto all’industria discografica nel momento in cui si è diffuso il digitale in quell’ambito. A questo proposito, non penso che il digitale sostituirà il cartaceo e senz’altro non in tempi brevi.

Sembrerebbe che almeno la maggioranza dell’editoria e della distribuzione italiane non abbia ancora davvero voluto o potuto imparare a realizzare il prodotto digitale. Per alcuni editori piccoli e medi può essere un problema di risorse finanziarie e umane: occorre impaginare in maniera diversa, è necessario concepire nuove modalità grafiche e così via. Soprattutto, sarebbe interessante creare testi pensati specificatamente per le potenzialità del mezzo digitale.
Immagino, inoltre, che anche le modalità distributive potrebbero mutare sensibilmente. Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook ad Alessandro Forlani

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

Credo che le difficoltà vengano da entrambe le parti. Scorrendo le rubriche dedicate ai libri su magazine e quotidiani nazionali, alla voce prezzo leggo per esempio, riguardo lo stesso titolo: “14 euro; e.book: 10 euro”. Mi sembra sproporzionato… per non dire uno spudorato, perfido suggerimento ad acquistare il cartaceo e desistere sull’e.book.

Ma anche constato in molti l’ostinazione per l’oggetto libro in sé (a volte persino prima che per il suo contenuto: penso per esempio a certo feticismo per le copertine rigide o i cofanetti; o al contrario per quelle impraticabili edizioni di 6000 pagine in carta da bidè “ma vuoi mettere?! l’opera completa!” ) e un’altrettanto ostinata, pigra resistenza all’e.book (“uff, non ho voglia di leggere un intero libro su schermo”…). Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook a Christian Antonini e Vito Di Domenico

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

Risponde Christian Antonini: A mio avviso si tratta di una concorrenza di fattori: sforzi editoriali poco efficaci e confusione/mancanza di energia da parte dei lettori.
Parto con il primo caso.
L’avvento dell’ebook è stato visto da molti come l’occasione per tuffarsi in un nuovo settore professionale. Molti si sono improvvisati casa editrice, come se creare un PDF, un Mobi o un ePub e avere una piattaforma per venderlo fosse sufficiente. La crisi dell’editoria italiana ha solo trovato una nuova dimensione. Fare l’editore non è obbligatorio: offrire un servizio di qualità, invece, dovrebbe esserlo. Purtroppo l’offerta è immensa ma poco visibile. Realizzare un libro è solo l’inizio. L’esperienza di Altrisogni ci ha dimostrato che pur avendo un ottimo prodotto, se nessuno sa che esiste o sa dove trovarlo, è come se non ci fosse. I risultati li abbiamo avuti quando, oltre alla qualità del numero (fondamentale e imprescindibile), investivamo anche nella promozione e comunicazione.
E poi i lettorihanno molto tra cui scegliere, ma forse non sanno cosa scegliere. Quando poi scaricano un ebook si trovano spesso con narrativa scadente, impaginazione affrettata, quasi nessuna scelta di qualità. Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook a Francesco Dimitri

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

Credo ci siano due diverse considerazioni da fare. Da una parte c’è la retorica sull’ “odore dei libri”, che io trovo francamente insopportabile. C’è gente che pare legga solo manoscritti miniati o almeno edizioni ottocentesche rilegate in marocchino. Ma io, se vado in libreria, trovo edizioni su carta economica trattata chimicamente – che spesso puzza, se proprio ha un odore. Una carta in alcuni casi quasi trasparente, che a malapena regge l’inchiostro – e parlo di editori grossi.

In Italia l’acquisto di un libro è ancora, per molti, un gesto che vale in sé: compri ‘quel’ libro perché le persone colte, in quel momento, stanno leggendo ‘quel’ libro. Lo compri, non è che lo leggi. Mentre se compri un ebook non ti vede nessuno. E quindi, perchè comprarlo, se non lo leggerai? Il feticcio dell’oggetto, molto spesso, nasconde un completo disinteresse per quello che l’oggetto dovrebbe fare. Come comprarsi un vibratore e poi tenerlo in un cassetto. Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook a Gianfranco Staltari

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

Penso che il digitale può fornire, e fornirà, spazi e opportunità al mercato del libro, che è sempre più difficile e incerto, flagellato dallo spettro della recessione che morde le tasche delle famiglie e degli italiani.

Tutto cambia rapidamente, la comunicazione si sposta sempre più sulla rete, sui social network , sui tablet e gli ebook, dispositivi e supporti che nel bene e nel male saranno il futuro del libro.
In Italia, gli ebook, probabilmente faticano a raggiungere il grande pubblico per vari fattori, il principale dei quali è sicuramente è che gli ebook devono essere più economici dei libri di carta. L’offerta deve essere competitiva. Il lettore deve essere invogliato a compare l’ebook, perché risparmia, cosa che attualmente non avviene perché la differenza, nel catalogo di molte case editrici, tra libro cartaceo e digitale, non è così ovvia. Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook a Francesco Troccoli

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

Non è facile rispondere. Se per “maturità” dell’editoria digitale intendiamo la presenza attiva dei grandi gruppi editoriali italiani, è chiaro che oggi il loro interesse a centellinare la progressione verso il digitale rappresenta un elemento frenante. Un po’ come per lo sviluppo di massa delle auto elettriche in un mondo che funziona a petrolio. La differenza, dal mio punto di vista, è che il petrolio inquina e le auto a benzina sono destinate a sparire, mentre i libri di carta restano oggi i soli veri libri.

E qui veniamo al secondo punto, la “reticenza” dei lettori, che di fatto esiste e mi riguarda da vicino. Bisognerà capire se si tratti di una fisiologica (e quindi transitoria) resistenza all’innovazione o di una sana (e quindi duratura) reazione anticorpale a un eventuale bluff speculativo; mi torna in mente il fallimento della videotelefonia mobile, per fare un esempio. In genere, a decidere la direzione finale del mercato in queste fasi di mutamento, checché se ne dica, sono i consumatori. Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook a Silvio Sosio

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

L’Italia è effettivamente l’ultimo paese in classifica, tra i paesi più industrializzati, per diffusione degli ebook. Anche senza contare USA e UK che sono un altro pianeta (in UK il mercato degli ebook è oltre mille volte quello italiano, secondo dati del 2011) siamo distaccati da Germania e Francia, e se in Spagna il mercato vale meno, il numero di ebook pubblicati è comunque molto superiore.

L’Italia ovviamente soffre una serie di penalizzazioni che affossano tutto il settore internet e ecommerce: scarsa diffusione della banda larga, scarso uso del computer e della rete, scarsa diffusione della carta di credito. In più in Italia si legge meno che in altri paesi e il prezzo dei libri (stampati) è mediamente più alto.

Su queste premesse non è così strano se i grossi gruppi editoriali sono entrati nel mercato ebook un po’ con i piedi di piombo. Mentre per i piccoli e medi editori era un’opportunità (Delos Books è stata tra i primi a produrre ebook, prima con le “app” per iPhone, poi con gli ebook veri e propri già da inizio 2010), per i grossi c’era il rischio di una nuova falsa partenza come quella di dieci anni prima con il sistema proposto da Microsoft. Continua a leggere

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Una domanda sugli ebook a Glauco Silvestri

In Italia gli eBook faticano a raggiungere il grande pubblico, diversamente da altri paesi. Secondo te questo è dovuto a una mancanza di maturità dell’editoria digitale o a una sorta di reticenza dei lettori? Su quali aspetti dell’eBook bisognerebbe puntare, a tuo parere, affinché conquisti favore?

Glauco SilvestriInnanzi tutto credo sia giusto che il fenomeno ebook sia analizzato nella sua interezza. L’ebook, al momento del suo esordio, ha fatto fatica ovunque… anche in America, dove il Kindle di Amazon ha dato uno scossone così come l’iPod di Apple lo diede per il mercato della musica digitale. C’è voluto un decennio (se non ricordo male) affinché le vendite di ebook su Amazon fossero paragonabili a quelle dei libri tradizionali, per cui non mi sorprende che in Europa, e soprattutto in Italia, gli ebook non abbiano fatto “il botto” sin dal loro grande esordio.
I lettori occasionali, sicuramente, sono quelli meno attenti e su cui l’esordio degli ebook non può fare affidamento. Uno che compra un libro all’anno difficilmente è al corrente dell’esistenza degli ebook, e se anche lo è, ha un’idea molto confusa al riguardo… tant’è che girando per il web, ancora oggi, si trovano blog di lettori che credono che l’ebook debba essere per forza letto su un monitor da PC, che l’ebook sia il PDF, e che gli ebook reader siano iPad. Continua a leggere

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