In attesa dell’uscita di Corti terza stagione – Il ritorno dei Corti Viventi, di imminente uscita, abbiamo deciso di presentarvi gli autori coinvolti nel progetto con una domanda.
Raffaele Serafini, curatore del volume, ha chiesto a tutti “Qual è stata la difficoltà più grande che hai incontrato per il/i tuo/tuoi racconto/i presente/i nell’antologia e quali sono secondo te le qualità della narrativa breve e di racconti come i Corti?“
Cominciamo con le prime risposte.
Vincenzo Costanza (presente con “Ritorni“)
Restare all’interno di confini prestabiliti è un problema solo apparente. In fondo, come in una dieta dimagrante, si tratta solo di eliminare il grasso superfluo.
Sulla narrativa breve faccio mie le parole dello scrittore argentino Julio Cortázar: il racconto sta nella sua misura breve come un pugile stretto alle corde, che deve necessariamente cercare il colpo del K.O.
Tanja Sartori (presente con “Burocrazia“)
La cosa più difficile quando si scrive qualcosa di così breve è di riuscire a trovare l’idea giusta che possa essere condensata in poco spazio ma che allo stesso tempo sia abbastanza incisiva da lasciare un’impressione forte nel lettore, e se un autore riesce in tutto ciò la narrativa breve avrà il pregio di essere qualcosa che colpisce e che rimane impresso nella memoria per un certo tempo. I corti sono come il peperoncino, bisogna usarne poco, ma quel poco si sente eccome!
Roberto Ciardiello (presente con “In campagna“)
La difficoltà maggiore nello scrivere (e far passare) un racconto da 900 caratteri è stata senza dubbio la sinteticità. Bisognava tirar fuori l’anima della storia, niente fronzoli. E all’inizio di problemi ce ne sono stati. Continua a leggere →
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